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Il mio primo orgasmo tantrico, il secondo della mia vita

Aveva provato molto di rado, anni addietro, un orgasmo pieno e fluido, ma poi non era più riuscita a sentirsi completa, fino a che un amico non gli parlò del Tantra dell’Origine

Roberta racconta del suo primo orgasmo tantrico

Mi chiamo Roberta e vivo a Milano. Ho avuto diverse esperienze nella mia vita, ma solo una volta, da ragazza, avevo provato quello che oggi posso definire il vero orgasmo. A quei tempi mi fu difficile capire che il mio corpo era bloccato dalla regia della mente, che con i suoi condizionamenti mi impediva di lasciarmi andare. Ogni volta che facevo sesso con il mio partner, il centro era sempre spostato sul Noi e non su me stessa; ma questo mi sembrava giusto e normale, perché ci hanno insegnato così.

Iniziai a credere che si trattasse del partner, facendogli inconsciamente delle colpe. Ero inconsapevole che il problema fosse in ciascuno di noi, dovuto alla programmazione che subiamo durante l’educazione. Ma nelle relazioni che si susseguivano, le cose non cambiavano.

Un’amica mi parlò del Tantra e dopo aver letto un libro di una coppia molto conosciuta decisi di andare a un loro seminario col mio partner. All’inizio quell’atmosfera mi caricò di energia, ma poi le cose presero un’altra piega e l’esperienza finì con l’essere molto deludente. Iniziavo ormai a credere di avere un problema, nell’esprimere la sessualità, che non sarei mai riuscita a risolvere, o che dovessi accontentarmi perché la realtà era quella che vivevo. Le mie amiche mi raccontavano di situazioni molto simili e quindi pensai che il mio fosse un falso problema.

Tempo dopo incontrai un amico che mi parlò di un’esperienza meravigliosa, a suo dire, che aveva fatto col Tantra. Diceva di essere riuscito a provare un piacere denso e fluido che non aveva mai sentito prima.

Così gli parlai della mia deludente esperienza tantrica, ma lui mi spiegò che quello che avevo vissuto era Tantra commerciale, che non era il vero Tantra e che lui l’aveva conosciuto grazie a un libro, Translife Revelation, che parlava di una nuova scoperta. Mi disse che il libro di per sé non parlava specificatamente del Tantra, ma di come l’uomo dovesse liberarsi per poter trovare la sua essenza ed esprimere la sua vera energia, anche nella sessualità, nell’assoluta centratura e che poi il libro rimandava al “Tantra dell’Origine” che era stato fondato dalle persone che lavoravano intorno a questa scoperta che tra le varie cose, portava all’origine del vero Tantra.

Mi passò su WhatsApp l’indirizzo di un sito http://www.transliferevelation.com/to/index , lo lessi e decisi di fare un ultimo tentativo iscrivendomi a un seminario di Tantra dell’Origine. Feci il viaggio con la speranza di scoprire che non ero io a essere sbagliata né le persone con cui mi ero relazionata, ma che vi fosse un qualcosa di sconosciuto da scoprire. E li, finalmente, a 42 anni, avvenne la svolta che attendevo, per sentire finalmente appieno la mia femminilità e quel fuoco interiore, denso e morbido che non avevo più sentito da quella prima volta. Col proseguire degli incontri le mie barriere con gli altri crollarono all’improvviso e il mio cuore si aprì. Da quel momento la mia vita è cambiata e mi sono cominciata a sentire completa, di mio. Non avrei mai potuto capire e provare, senza quelle esperienze, che la libertà apre il cuore e che il sesso in realtà è il fluire dell’energia che viene dal cuore, senza compromessi e aspettative.

Da li in poi mi sono interessata molto al Tantra e ho scoperto che in Italia e in occidente solo in pochi conoscono la magia del Tantra dell’Origine perché in India il vero Tantra fu perseguitato secoli fa dagli islamici prima e dagli inglesi poi, e che quello poi importato in occidente: il Tantra bianco, il rosa, il TantraYoga, quello della mano destra e quello di coppia, non sono veramente Tantra, ma una modificazione in chiave maschilista del Tantra originario.

Ho desiderato raccontare e condividere la mia storia perché ci sono tante donne che soffrono di quelli che prima erano i miei blocchi e miei limiti e che stanno anch’esse cercando una risposta.

Tantra delle mano destra e della mano sinistra

Il Tantra è comunemente suddiviso in due rami principali:

  1. Il Sentiero della mano destra, Dakshinachara
  2. Il Sentiero della mano sinistra, Vamachara

Il sentiero della mano destra pone in rilievo le discipline meditative e spirituali, insistendo sul massimo livello di purezza di condotta e d'azione.

Il sentiero della mano sinistra utilizza pratiche sessuali o l'impiego di carne e sostanze intossicanti, che non sono invece approvate dal sentiero della mano destra.

I sentieri di mano destra e mano sinistra sono collegati ai due principali lignaggi tantrici di Samaya e Kaula. Samaya significa "in accordo alla regola", in riferimento all'esecuzione di stretti principi di dharma. Kaula significa "relativo al Kula", ossia "secondo la famiglia", e cioè che consente Variazioni locali. Ma anche il sentiero Kaula segue un approccio di tipo meditativo, e sarebbe sbagliato porlo sullo stesso piano di quello che è comunemente considerato il Tantra della mano sinistra.

Il Tantra nell’odierna accezione del termine e dopo la rivisitazione di Osho è uscito da ogni lignaggio o appartenenza per essere “utilizzato” dalla civiltà occidentale, e prevede anche la parte meditativa che però assume un aspetto dinamico per adattarsi a chi vive in un mondo fatto di movimento e di agitazione, a volte esasperata, che rendono impossibile una pratica basata solo sull’immobilità e il respiro. Il Tantra non prevede necessariamente il consumo di carne o di sostanze “intossicanti”, la tendenza dei praticanti è sempre più verso un’alimentazione vegetariana se non vegana. Il Tantra finisce per avere una funzione detossicante, perché cambiando il rapporto con il proprio corpo, che diventa il tempio della pratica, si è portati alla ripulitura e purificazione per rendere più efficace gli effetti prodotti dalla pratica di questa via. Molti che hanno iniziato la pratica del tantra e delle meditazioni dinamiche, hanno poi smesso di assumere carne e derivati di animali.

II sentiero della mano destra è detto "dei bhakta", ossia degli adepti dal temperamento devozionale. Il sentiero della mano sinistra è detto "dei vira", ossia degli adepti dal temperamento vigoroso o eroico, in riferimento alla classe dei guerrieri (kshatriya). L'approccio della mano destra può essere anche definito sentiero ortodosso, ossia di chi segue lenorme di condotta prescritte, siano queste relative al dharma sociale indù o alle pratiche yoga.

L’adesioni a schemi, che appartengono, per tradizione, a etnie profondamente diverse da quelle occidentali, diventa incongrua a fronte a un’esigenza di profondo cambiamento e alla necessità di liberarsi da schemi che ostacolano la percezione più profonda di se. Rompere gli schemi precostituiti e liberarsene è uno degli effetti provocati dalla via Tantrica cosiddetta di sinistra che per gli occidentali sembra quella più adatta.

Il sentiero della mano sinistra concede pratiche non ortodosse che, a volte, si situano esternamente sia al dharma sociale indù, sia alle tipiche regole delle pratiche yoga. Ma anche la via Kaula contiene insegnamenti pertinenti alla tradizione indù in toto, e ne costituisce comunque parte integrante. Il Tantra buddista si basa sulla tradizione Samaya o della mano destra. Il sentiero della mano destra consiste in mantra, Yoga e meditazione.

I rituali costituiscono una pratica secondaria, oppure vengono utilizzati soltanto simbolicamente. È questa la tradizione più comune nei circoli monastici e braminici. I monaci rinunciano alla loro posizione sociale, per cui il rituale, che nell'Induismo è generalmente riservato ai sacramenti della vita sociale ordinaria, come il matrimonio, non risulta necessario.

La via della mano sinistra ha accolto in sé fattori respinti dalla via della mano destra. Ma da questi non è interamente costituita. A volte, la via della mano sinistra può semplicemente riferirsi a un'enfasi sulla Dea, la quale è la parte sinistra (vama) della divinità, e non necessariamente implica pratiche non ortodosse.

Un'altra distinzione è che la via della mano sinistra è detta la via dell'estasi, mentre la via della mano destra è detta della pace. Lungo il sentiero dell'estasi possiamo essere portati a compiere azioni estreme, mentre spezziamo preconcetti e liberiamo profonde energie interiori. Ma ricordiamo che soltanto la pace è duratura.

E’ molto vero. La pace ma meglio sarebbe dire, la beatitudine, è il fine ultimo di ogni via di trasformazione e cambiamento per riconoscere e ricongiungersi con la reale identità, ma per far questo è necessario proprio spezzare preconcetti e liberare profonde energie interiori perché sono proprio quelle, perlomeno per le condizioni esistenziali dell’occidente, che costituiscono blocchi e impedimenti perché l’energia si espanda e salga vero l’alto. Solo dopo questo “lavoro” preliminare è possibile sedersi in samadhi o zazen e contemplare l’ineffabile vuoto che tutto riempie, la beatitudine o pace.


Questi brani, tratti dal libro “L’Essenza del Tantra” di Harish Johari” ed. Il Punto di Incontro, appartiene chiaramente alla tradizione indù del Tantra con impostazione individuale e tendenzialmente ascetica, che incontra difficoltà ad essere seguito in occidente a meno di non ritirarsi in un luogo isolato. Una via complessa, che utilizza i mantra, gli yantra e un lavoro introspettivo agli antipodi delle abitudini di vita occidentale tutta proiettata sul fuori e sull’agire. Il Tantra, cosiddetto della mano sinistra, appare più adatto, anche se “rischioso” e “temerario”, perché utilizza pratiche catartiche, dinamiche, ma anche divertenti e giocose. 
PREMARTHA Giuseppe Crispo

Tantra | Sesso e Passione dalle culture matriarcali ai nostri giorni

Esiste crescita “reale” senza liberazione dell’energia sessuale?
Dopo ore di viaggio nella giungla dell’India settentrionale, accompagnati da guardie del corpo armate per via dei “briganti” alla ricerca di occidentali da depredare, Sharma Yogi, responsabile della custodia dei templi di Khajuraho (nello stato di Madhya Pradesh), ci accompagna ad incontrare alcuni maestri e Sadhu (saggi indiani) che vivono in villaggi dove il tempo sembra essersi fermato.

La visione tradizionale dell’ascesi indiana, quasi asettica, è decisamente smentita da questi personaggi in cui la passione è altrettanto importante della meditazione e della cura del corpo e dell’alimentazione, e ci insegnano tecniche e pratiche molto diverse e più potenti di quelle che si trovano nei libri sul Tantra. Questa è una delle tante esperienze, nei nostri viaggi di ricerca, che ci ha nutrito, riconfermando la nostra scelta di utilizzare la sessualità sacrale sia nella nostra vita che nelle esperienze di condivisione ed insegnamento ad altre persone in cammino che vogliono sintonizzarsi con la via della gioia e del piacere per crescere…

Se ti invitassero a due incontri diversi, uno in cui potrai tirar fuori tutte le tue lacrime e le tue sofferenze ed uno in cui potrai letteralmente spogliare il tuo corpo da abiti fisici e mentali per dare spazio con gioia alla tua energia del piacere, quali dei due incontri ti farebbe più paura? Da quali dei due incontri la tua mente abitudinaria penserebbe di scappare? Se la tua risposta sarà “partecipo all’incontro di sofferenza” con gioia, e “evito con sofferenza l’incontro sul piacere”, c’è qualcosa che non va…
Vediamo insieme cosa…
Probabilmente ti muovi in un mondo in cui, come ipnotizzato/a, agisci in modo opposto rispetto a ciò che può essere buono, nutriente, piacevole e armonioso per te e per chi ti sta intorno.
Uno dei meccanismi che portano a questo “autosabotaggio” si chiama “blocco dell’energia sessuale”. Reprimendo l’energia emerge la rabbia e soffocando la rabbia affiora quasi sempre uno stato di disagio che spesso perde la connessione con la sua causa originaria.
 
L’energia sessuale è come l’acqua, tutti abbiamo bisogno di berne per rimanere in salute! I due splendidi strumenti di cui l’essere umano è fornito, corpo e mente, possono essere utilizzati per riprendere il sentiero interrotto della libertà consapevole, attraverso quella scorciatoia che passa dal rendere sacra l’energia sessuale che lo attraversa. A volte l’aspetto sacrale dell’esperienza umana viene confuso con quello religioso. Niente di più fuorviante. Ri-conoscere la sacralità dell’espressione sessuale vuol dire riprendere ad essere consapevoli e sperimentare il corpo come ricettacolo di energia, e per di più di energia sessuale che usa il piacere come spinta evolutiva. Il corpo produce, riceve e trasmette energia (della stessa sostanza di quella che muove questo Universo), dalla più pesante alla più leggera.
Per rendere più leggera la tua energia, è fondamentale sfrondare convinzioni mentali, condizionamenti, credenze e tabù sull’espressione sessuale della tua vita. Non ti capita a volte di avere la sensazione di essere ciò che gli altri si aspettano da te, invece di essere te stesso/a? Ogni volta che questo accade, l’energia si contrae ed irrigidisce, perché una parte di te sa che stai andando contro la tua vocina interiore che vuole il tuo bene. Allora che fare? Semplicemente porta la tua attenzione al piacere. Sì, godi! Il riconoscimento della tua energia sessuale è un modo molto diretto per approssimarti al tuo centro, inteso come spazio interiore da cui la tua energia può muoversi come un’orchestra in cui i vari strumenti riescono ad essere finemente accordati tra di loro.
Ogni stato mentale (pensiero, emozione, desiderio, volontà) è accompagnato da uno specifico grado di vibrazione dell’energia di cui una parte si espande intorno alla singola persona. Ecco perché mantenere equilibrio tra il corpo con le sue sensazioni, la mente con le sue emozioni e la parte realmente consapevole è un compito degli esseri senzienti. Possiamo farlo trasformando l’energia sessuale “ordinaria” in cibo per l’anima e per la sua espansione.
Il cammino verso una sessualità consapevole implica armonizzare il fluire dell’energia della vita (Prana nell’accezione indiana, energia orgonica per Willhelm Reich etc). E così l’energia sessuale, come energia creativa, riprende la sua capacità di “riparare” danni fisici ed emozionali che innegabilmente creano grumi, cioè ostacoli al libero fluire dell’energia.
A volte, quando ti rendi conto di essere bloccato/a fisicamente, di essere limitato/a nella tua espressione sessuale, la mente propone diversivi che in realtà non portano ad alcun cambiamento: letture oppure alcuni tipi di meditazioni che concentrano tutta l’energia nella parte superiore della struttura energetica (7^ chakra)*. Così, ti senti “con la coscienza a posto” perché, osservato un problema hai cercato una soluzione. Ma rischi di sprecare tempo a “cercare”, senza trovare nulla. Per “trovare” è necessario agire, sperimentare in modo che ogni cellula del corpo possa registrare un cambiamento di condizione interiore voluto dalla parte cosciente e accompagnato dalle proposte e spiegazioni della mente, indubbiamente molto preziosa per questi aspetti. Per sperimentare, invece, hai bisogno della collaborazione del corpo, di risvegliarlo espandendo le sue capacità di percepire con tutti i sensi.
Quale momento migliore di un orgasmo per espandere le sensazioni del corpo e la capacità di trascendere i limiti della dimensione fisica. Nel vivere il piacere non c’è bisogno di sforzo, né tanto meno la necessità di soffrire. Lasciamo questa opzione alle religioni patriarcali…
Esiste una grande differenza tra orgasmo ed esperienza orgasmica. L’orgasmo si riferisce ad un semplice aumento dell’eccitazione sessuale e dell’energia del piacere fino al suo apice. Raggiunto il picco massimo, del tutto soggettivo, l’energia decresce velocemente, in caduta libera verso il vuoto che in genere viene riempito con pensieri o col fumo di una sigaretta, o spostando l’attenzione su qualcosa di assolutamente pratico e non connesso con il momento di piacere appena vissuto. Per vivere questo, non hai bisogno di consapevolezza, e di sentirti padrone consapevole del tuo corpo. Non implica necessariamente attingere o nutrire l’energia del cuore… Pertanto, spesso lo stato di benessere post-orgasmo si affievolisce molto rapidamente e rimane solo il ricordo di aver vissuto un’esperienza più o meno piacevole.
L’esperienza orgasmica, invece, implica un’azione consapevole in cui l’energia sessuale viene riconosciuta ed accompagnata nel suo risveglio, nella sua graduale espansione e nel suo lento e piacevole innalzamento (quindi dal basso verso l’alto!). Attingi ad una forza che monta dalle gambe, ai genitali, all’addome, al petto, alle braccia, al viso, fino a coinvolgere tutto il corpo. E’ come trovarti in un campo di forze in cui, come le lucciole in una notte d’estate limpida e quieta, pian piano si accendono sempre più luci che si espandono in tutto il corpo, infuocandolo di piacere puro. E quando avrai permesso di accendere tutte le luci possibili, ecco che ti troverai all’apice di un’esplosione che si espande e connette tutto.
Il dentro si connette col fuori, il basso con l’alto, i genitali col cuore e con l’energia più sottile che arriva dal 7^ chakra. Nella nostra esperienza personale ne vale assolutamente la pena! Una sensazione di sospensione temporale avvolge la mente che magicamente spegne per qualche istante la produzione di pensieri e lascia il controllo. La sensazione di vuoto e di silenzio interiore è riempita da momenti di pura quiete e beatitudine, nutrimento per lo spirito! Accompagnare questo innalzamento dell’energia con l’emissione di suoni amplifica le vibrazioni di tutto il corpo.
La liberazione dell’energia, in questo caso, non porta allo svuotamento, ma al nutrimento per l’anima che per qualche istante si è collegata all’energia dell’Universo. Se, inoltre, l’esperienza orgasmica viene vissuta con un partner ed il ciclo sessuale di eccitamento ed espansione è seguito dalla reciproca contemplazione, ascolto silenzioso della sua energia in cui ti puoi specchiare, l’esperienza orgasmica diventa realmente divina. Magnifico!
Nell’esoterismo antico indiano e tibetano (Tantra) la donna diventa un altare o dea, attraverso cui l’uomo può unirsi col divino. L’uomo, attraverso l’erezione del pene, può espandere la sua aura di luce che incontra e avvolge la manifestazione dell’energia divina che si trova davanti a lui. Quando abbiamo visitato i templi indiani di Khajuraho, con la guida diretta di Sharma Yogi, ci ha spiegato come ogni posizione sessuale raffigurata nei templi è una pratica di meditazione ben precisa, che ci ha invitato ad utilizzare sia nella nostra vita personale che nei nostri insegnamenti…
Nel Tantra, come nel Tao, le pratiche sessuali sono state create per sviluppare stati di coscienza fuori dalla sessualità e l’uso dell’energia sessuale cammina di pari passo con la meditazione, per innalzare il livello dell’energia sessuale dal 2^ al 7^ chakra.
Ti esortiamo a considerare questa grande potenzialità che è insita nella tua energia sessuale e a sperimentare un modo diverso e, più espanso, di connetterti con l’energia del piacere puro. Dove c’è piacere guidato dalla saggezza del corpo, non può esserci sofferenza. Quest’ultima sopraggiunge solo quando i pensieri della mente interferiscono col corpo.
Ecco perché è tanto importante trasformare pensieri e credenze relativi alla tua manifestazione sessuale. Fintanto che dipendi dai condizionamenti e dai giudizi dell’ambiente sociale e culturale puoi tutt’al più agire come una “macchina orgasmica”, assai lontana da quell’essere senziente e consapevole che sei in potenza. Il fluire dell’energia può bloccarsi o deviare, rispetto alla sua espansione armoniosa, proprio a causa di pensieri o stati d’ansia, paure, preoccupazioni, sensi di colpa. Pertanto, sperimentare un modo più consapevole di sentire ed esprimere l’energia sessuale può essere un modo diretto per trasformare squilibri interiori e le relazioni della vita quotidiana.
Se vuoi creare un sentire nuovo, come un nuovo edificio interiore, non puoi costruire sulle macerie. E’ necessario rimuoverle e poi partire con la costruzione delle fondamenta. Le nostre fondamenta energetiche sono la connessione con l’energia forte della Terra. La prima porta d’ingresso dell’energia, il 1^ chakra, ci connette intimamente con la sua energia amorevole ed insieme potente e ardente, come il fuoco che scorre al suo interno. L’essere umano più direttamente connesso con l’energia della Terra è da sempre la “femmina”.
La Terra è il corpo che contiene tutti gli esseri viventi. Nelle tradizioni esoteriche il corpo è l’aspetto femminile della realtà, mentre la mente è l’aspetto maschile. La femmina ha in sé la capacità di ospitare, far crescere e nascere una nuova vita, come accade alla Terra che fa germogliare i semi piantati. Come la Terra, la femmina umana ha un’energia creatrice molto forte che può espandersi più direttamente nella capacità di guarigione, grazie anche al suo naturale ascolto intuitivo della voce della Natura. Come la Terra che contiene fuoco fluido, suo sacro sangue mestruale, la femmina contiene sangue che la purifica ciclicamente; grazie al principio del piacere e dell’armonia, la femmina umana sa vibrare alla stessa frequenza. Sarà per tutte queste connessioni dirette che è stata sempre ed è tuttora considerata “pericolosa” o malvagia, o strega da tutte le culture patriarcali, nessuna esclusa? Sarà per questo che la sua manifestazione sessuale, ad esempio è stata sempre sporcata, limitata, ostacolata e dissacrata?
Nella razza umana, ad un certo punto, si sono sviluppati culti e religioni che hanno iniziato ad esaltare la sofferenza come molla evolutiva, pervertendo così completamente la relazione tra essere umano ed ambiente.
Come conseguenza primaria, tutto ciò che riguarda la sessualità e la passione è stato reso “sporco”, “inferiore”. Morali e tabù sono stati creati per allontanare l’essere umano dal principio evolutivo e dall’armonia con tutto ciò che esiste.
Gli insegnamenti delle culture matriarcali connesse alla Dea propongono invece un processo evolutivo che dall’energia si è manifestato in materia per iniziare poi un percorso verso la consapevolezza nella piena armonizzazione di Corpo, Mente e Spirito.
Un anziano Hopi dell’Arizona, Dan Evenehema per esempio, ci ha descritto come la libertà sessuale ha permesso loro, tra le altre cose, di mantenere una connessione diretta con l’energia delle Kachina, creature spirituali che ogni anno visitano i loro villaggi in rituali tenuti estremamente segreti e connessi con la loro Profezia, e quando siamo stati accettati a partecipare ad una delle loro danze iniziatiche l’energia dello Spirito e quella della Passione erano fuse in un’esperienza estremamente intensa ed indimenticabile.
Non è un caso che, con rare eccezioni, gli strumenti e le vie di crescita più diffusi tendono invece a creare una situazione scissa nella quale la parte “spirituale” considera quasi come nemiche le pulsioni ed i messaggi del corpo e della mente, fino alle forme patologiche di “anestesia” del corpo, dell’autoflagellazione, del cilicio, dell’ascetismo estremo…
Recuperare un sano rapporto con la sessualità e la passione è allora il primo passo per riappropriarti di un rapporto diretto con il principio del piacere. Una persona sana, in armonia con se stessa e con gli altri, nella piena e completa espressione della sua passione, non avrà nessun bisogno di cercare surrogati del piacere in perversioni sessuali e droghe di vario tipo…
Riaprire la tua pelle, il tuo confine con l’esterno, significa recuperare una quantità smisurata di informazioni che in ogni istante la realtà ti trasmette. Sii consapevole di essere immerso in un oceano di vita e di sensazioni che possono rigenerarti, costruire le tue fondamenta per poi slanciarti verso l’alto.
Nelle culture matriarcali la maggior parte dei contenuti “stressogeni” e delle devianze sessuali presenti in Occidente sono quasi del tutto sconosciuti…
La repressione di una libera espressione della sessualità e della passione, invece, è il punto primario sul quale convergono tutte le religioni patriarcali, dall’Ebraismo al Cristianesimo, all’Islam e ad alcune parti dell’Induismo. Concordano tutte nel negare la libera espressione di questo aspetto fondamentale dell’essere umano.
Nelle culture matriarcali per passione si intende la piena esperienza della realtà grazie ai cinque sensi. Attraverso il Rituale del Touch of Passion, ancora praticato in alcuni ambiti, ad esempio, l’adolescente che si affaccia alla sessualità, vive la connessione diretta tra piacere genitale e cuore, in un’unica esperienza orgasmica. Passione diventa qualcosa di molto più vasto e di profondo dell’espressione della sessualità genitale. È la radice di termini quali “compassione”, e “empatia”: due manifestazioni del cuore e dell’amore incondizionato.
Mentre, ad esempio nel cristianesimo, il termine “passione” è stato volutamente utilizzato per descrivere tortura e violenza nei confronti di Gesù. Ecco che un termine che esprime piacere ed armonia viene associato, nell’inconscio collettivo, alla violenza e alla sofferenza.
Non c’è niente che spaventi maggiormente le religioni patriarcali, che la libera espressione della sessualità. Espiazione delle colpe e necessità di passare dalla sofferenza per “redimersi” o per ascendere al cielo viene invece proposta ed offerta come valore dominante e essenziale per la realizzazione individuale.
Recuperare la sessualità e la passione in senso sacro, significa riscoprire il principio universale del piacere, dell’armonia come molla evolutiva; espandere il 1^ chakra, la connessione diretta con la dimensione della terra, della Dea e unirla con la connessione con il Dio, con il cielo, attraverso il 7^ chakra. In pratica, diventare quel ponte tra Cielo e Terra che è retaggio e destino inevitabile di tutti quegli esseri umani che vogliono crescere.
E proprio per questo, il sesso è reso sporco, negato da tutte quelle religioni che invece non vogliono che l’individuo cresca perché solo attraverso la sofferenza, i “poveri di spirito”, le vittime (il… gregge, insomma) possono continuare a spartirsi il potere sul pianeta e indirizzare tutto al loro specifico tornaconto.
Ecco perché è essenziale, oggi più che mai, trovare percorsi di crescita che propongano anche di sviluppare e armonizzare l’energia della passione e della sessualità come parte integrante del loro cammino. Ed è per questi motivi che, a partire da esperienze come SessualMente 2.0** e Touch of Passion***, abbiamo sviluppato una serie di esperienze che propongono di liberare l’espressione della sessualità, come primo passo indispensabile per iniziare o riprendere un percorso di crescita e trasformazione personale. Il principio del piacere e dell’armonia è la molla su cui si basa l’evoluzione universale, a partire dalle manifestazioni quantistiche dell’energia che “tende” a manifestarsi come materia in presenza di un osservatore, attimo per attimo.
E’ proprio su questo presupposto che si basano il Tantra e le pratiche sessuali alchemiche e taoiste: la possibilità di realizzarsi nel momento presente, senza bisogno di intermediari o gerarchie, ed esplorare e scoprire la manifestazione diretta del Cuore e dello Spirito.
Sharma Yogi nella visione tantrica, Mantak Chia e le White Tigress in quella taoista ci hanno portato tra gli altri a sperimentare personalmente la potenza dell’energia sessuale liberata come mezzo immediato di meditazione, crescita e guarigione e molti nostri allievi, per quanto sia difficile in un’Italia intrisa del senso cattolico del peccato e dello sporco, hanno trasformato in pochi giorni blocchi e problemi che li limitavano da molto tempo. Questo avviene considerando il corpo umano come un tempio: un luogo in cui aleggia e si manifesta direttamente la presenza dello Spirito. Per l’uomo la donna è una manifestazione della Dea; e per la donna è l’uomo la manifestazione del Dio; per entrambi, attraverso il partner è possibile integrare e sperimentare, senza sofferenza, gli aspetti mancanti dentro di sé, fino a realizzare l’uomo cosmico, l’androgino.
La sofferenza indica semplicemente che c’è qualcosa da trasformare nel proprio percorso evolutivo. Per sintonizzarti su questa frequenza, prova a fare esperienza di tutto quanto ti propone la realtà quotidiana senza attaccamento, senza voler possedere, ma vivendo ogni situazione come se ti trovassi in un grande albergo con piscina durante il viaggio della tua vita. Se la piscina ha un guasto e non potrai usarla non soffrirai perché non ti appartiene. Puoi godere i lussi che ti propone sapendo di non possederli, per cui se proseguendo il tuo viaggio troverai un giorno una pensione modesta, sai che anch’essa avrà le sue esperienze da offrirti e non te ne lamenterai perché avrai fatto una scelta diversa.
Ritrovare una connessione profonda con te stesso/a, scegliere consapevolmente di risvegliare la potenza creativa dell’energia sessuale ed espanderla ogni volta che ti ricordi di esistere in tempo presente, è un grande passo per toccare la tua libertà, svincolata dai condizionamenti culturali dominanti. Cit. Maria Rosa Greco e Giancarlo Tarozzi