Il Cerchio al Mascolino
La Chiave per la Comprensione
La Chiave per la Comprensione
Il Cerchio al Mascolino è stato creato dopo oltre un decennio di esperienze vissute nella Liberazione: con la focalizzazione della Double-Matrix (matrice vivente e programma schiavizzante) sono stati creati diversi strumenti per deprogrammare la mente, e il Tantra dell’Origine ci ha portato a comprendere profondamente quanto l’uomo sia stato spostato dal suo centro attraverso il patriarcato.
Ecco perché il progetto parte e fiorisce da quello che si è compreso del patriarcale:
come la donna anche l’uomo è stato snaturato, negli ultimi millenni il patriarcale ha portato condizionamenti che hanno in qualche modo cambiato anche l’atteggiamento comportamentale tra uomo e donna, tra uomo e uomo, e così anche tra uomo e sessualità. Il motivo per cui oggi l’uomo non riconosce più la sua funzione è dovuto al fatto che per molto tempo esso ha dovuto sottomettersi a regole silenti dentro la sua mente, ma anche alle regole imposte dalla loro griglia di valori e a quelle imposte dai propri genitori. Quindi questo progetto vuole dare spazio e rilievo a qualcosa che non è stato messo in discussione, cioè il meccanismo, sì, quel meccanismo che abbiamo ma che non vediamo e comprendiamo.
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Kamala
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ARGOMENTI CHE VERRANNO TRATTATI NEL PERCORSO PER L’UOMO:
Sei stato snaturato, e anche il cuore a poco a poco si è chiuso, nella
confusione di ciò che stava accadendo, l’amore quello incondizionato vissuto
solo per un istante, si è allontanato; ora non conosci la realtà, ma una cosa è
certa: hai perso il senso delle cose, e ti sei anteposto ad un personaggio che
ha dimenticato la propria fonte per entrare nel pieno del narcisismo o bisogni
che hanno fatto chiudere il cuore.
La società patriarcale ha lavorato molto su quello che è l’energia
maschile, portandola verso la direzione del sesso così detto meccanico, basato
sullo scaricare la propria energia senza che essa passasse dal cuore; quindi, ad
un mancato radicamento, che porta l’uomo verso il suo centro.
Ci sono quindi, basandosi sulla griglia dei propri genitori, uomini
competitivi, maschilisti, narcisisti, sessisti. Uomini che hanno paura delle
donne, in quanto rappresentano una madre patriarcale, e quindi controllo e
aspettative, oppure uomini deboli e insicuri, dettati dal meccanismo impresso
nelle proprie memorie, di genitori paurosi o timorosi, verso la religione o
altri schemi impressi nel loro DNA. Comunque sia, se il cuore non ritorna al
suo collegamento con il primo chakra (radice), l’individuo non sarà mai
completo.
Le memorie epigenetiche generate nel corso del tempo e incubate nel
momento del concepimento, hanno portato a castrare la propria essenza già
dentro la pancia della propria madre; infatti, l’eredità iniziale di queste,
partono dai nostri nonni.
Approfondendo si arriva a scoprire che le memorie arrivano fino alla tredicesima
generazione; non tutte incidono sulle nostre memorie radicate, ma di certo all’
età da 1 a 3 anni abbiamo potuto vivere un’esperienza a volte traumatizzante,
di quel bambino che amava giocare, sperimentare una realtà sconosciuta, legata
dalla giocosità e leggerezza che solo l’essenza conosce.
Molti pensano che solo le donne siano vittime della cultura
patriarcale, ma non è così, anche l’uomo è stato schiacciato psicologicamente e
appiattito forzatamente sullo stereotipo complementare. L’ uomo moderno è
considerato tale solo se aderisce al modello costruito dalla società attuale:
deve essere razionale, prevaricatore, calcolatore, estraneo al mondo dei
sentimenti, della vulnerabilità e del contatto con le sensazioni corporee,
lontano da tutto ciò che può intaccare l’immagine dell’invincibile, da tutto
ciò che viene screditato e allontanato come “femminile”. Molti uomini non
sembrano nati per aderire a questo modello, può darsi che la sua essenza abbia
lati passionali, teneri, sensoriali o contemplativi che nulla a che fare con il
manager in carriera.
E può darsi che lo stesso manager apparentemente iper-adattato a quel
modello occidentale moderno paghi un caro prezzo, rinunciando ad esprimere ciò
che veramente è la sua essenza, manifestando aspetti più emotivi di sé stesso
che potrebbero donargli una maggiore autenticità e profondità nel contatto con
gli altri. La sfida non è rendere assoluta la posizione contraria, diventare
come direbbe la società “uomini mancati”, ma coniugare queste esigenze con
energie altrettanto importanti del femminile. Jung sosteneva, con i concetti di
Animus e Anima, che le energie del maschile e del femminile sono aspetti che
abitano la psiche di entrambi i sessi in ogni persona, uomo o donna, in ognuno
dovrebbe realizzarsi un’integrazione psichica fra queste polarità: l’uomo
dovrebbe poter incontrare i propri aspetti femminili, emotivi e vulnerabili;
così come la donna per trovare la sua completezza dovrebbe accogliere anche i
propri aspetti assertivi nei confronti della società.
Il patriarcato ha creato traumi negli uomini, più di quello che si può immaginare, tanto che questi traumi giacciono proprio nel loro profondo.
Sono cicatrici profonde e collettive, addirittura multigenerazionali che si sono trasformate in emozioni cristallizzate divenute memorie. Traumi multigenerazionali significa che sono stati ereditati geneticamente ed emotivamente attraverso i modelli di comportamento di padre in figlio, fino alle generazioni passate, ecco perché le consideriamo memorie.
Negli uomini spesso esistono traumi così profondi da non essere visibili. Per essi l’espressione emotiva e la confusione possono essere associate alla debolezza e la repressione emotiva è insita come norma sociale in molte delle culture patriarcali; quindi, ad oggi molti non si rendono conto di avere un problema, ecco perché questo renderà all’uomo difficile ammetterlo.
L’uomo che è traumatizzato dal suo dolore trattenuto inconsciamente e
dall’inesplicabile sensazione di sradicamento, vuoto e vergogna aggrava la sua
rimozione trovando conforto alle volte nelle dipendenze; alcool, droghe e altri
effetti che momentaneamente riempiono le lacune e il vuoto che i traumi hanno
creato.
Ricercando più sottilmente il trauma può portare lo status e il
riconoscimento nelle sfere; quali mondo accademico e politico e altre sfere
professionali ma anche altamente competitive
Quando l’uomo è traumatizzato inconsciamente può divenire ossessionato
dalla ricchezza e dall’accumulo materiale, modi per sentirsi al sicuro e
divenire così potente ovviando così il problema, che lo aiuterà a proteggersi dai
suoi sentimenti di insicurezza e sradicamento.
Considerando quanto l’uomo abbia vissuto la forza e la coercizione
verso la violenza e schiavitù, creando di conseguenza sentimenti profondi di
inadeguatezza, colpa e vergogna molto spesso riconosciuti a malapena visto il
dolore che infliggono ancora.
Il sintomo di rabbia, furia, e proiezione, è solo il sintomo
successivo al trauma che lo porta a proiettare all’esterno usando mezzi ovvi
come incolpare o svergognare coloro che lo circondano, oppure giustificando la
propria violenza verbale e non causata dallo stesso trauma.
La proiezione protegge l’uomo dal dolore nel suo profondo, quindi il
suo centro emotivo si concentra verso il mondo esterno attraverso compagni di
lavoro, capo, partner e figli ed essi portano il suo senso di colpa. Tutto
questo comporta nell’uomo il suo isolamento spingendosi verso un senso di colpa
e vergogna legato anche ad un femminile vissuto male, o proiettandolo ad esse,
trasferendo questo trauma che inconsciamente lei porta per lui o con lui.
L’uomo divenuto patriarcato, si è dimenticato cosa significasse proteggere la
donna disconnettendosi così alla parte femminile. Non riconoscendole più la sua
autenticità.
Una cosa che un uomo può fare per potersi rialzare da questi traumi
inconsci dettati da un patriarcale feroce, verso l’essere maschile è ammettere
di avere un personaggio dettato proprio da queste imposizioni anche sociali
oltre familiari, che lo hanno disconnesso con la propria realtà, legato a
quello che noi conosciamo come super ego.
Alle volte, esempi di uomini affetti da disturbo da stress post
traumatico, dove la propria vita stava andando a pezzi, hanno rotto il guscio
di repressione emotiva maschile, rompendo così il proprio orgoglio che li ha
portati a fare un’inversione della propria vita ripartendo da un punto nuovo e
più reale. Questo sta ad indicare che esistono situazioni nella vita dove può
accadere che un momento apparente negativo, porti a riguardare un pezzo del proprio
essere in quel momento, e così proiettarsi verso un cambiamento. Abbandonando
così abitudini o identificazioni che lo condurranno a vivere diversamente.
Gli uomini hanno bisogno di rompere i vecchi condizionamenti legati ad
emozioni patriarcali, “dove il ragazzo non deve piangere”, deve così riprendere
il suo spazio per nutrire sé stesso, per sentire profondamente ciò che sta
trattenendo. Gli uomini hanno bisogno di darsi il permesso di far crollare le
proprie maschere, in modo da poter sfondare il muro ed entrare nella libertà
vera, libertà dall’emozioni false dove i vari traumi li hanno trattenuti per
millenni, e dove lo snaturamento li ha confinati nelle false illusioni della
non vita.
- Risvegliare il guerriero emotivo che significato gli andiamo a dare
Molto spesso sentiamo parlare dell’uomo che dev’essere un guerriero,
nel patriarcale, l’uomo lo si vede imbracciare armi, come arco e frecce, per
poi mitra o bombe a mano. Ancora una volta la figura del maschile è capovolta
da ciò che non è amore, verso sé stesso, e chiaramente non lo può manifestare
verso altri.
Nel Risveglio un uomo, lo si può condurre verso la forza interiore e
vitale che trasformerà come alchimia interiore, accettando sé stesso e
amandosi.
Nel loro inevitabile cambiamento, dopo aver preso coscienza di quello
che sono, hanno bisogno di apprendere le abilità e gli strumenti necessari per
guarire e trasformare le proprie emozioni e per comprendere che il vero potere
maschile sta nel lasciar andare ogni cosa che non è scritto nei suoi geni.
Oltre imparare a non identificarsi con quel personaggio che ha
condotto l’essere maschile verso la schiavitù, una delle cose potenti che può
fare per se stesso, è ripristinare quel ruolo del maschile che serviva e
proteggeva il Femminile. Questo si manifesta principalmente nell’essere al
servizio della Madre terra e verso sé stesso, verso altri esseri viventi.
Non c’è miglior occasione dove ad oggi l’uomo consapevole possa
riscrivere il suo potere in relazione alle donne, ripristinando la loro energia
di guarigione, dove la propria energia sessuale può condurlo verso il centro
del suo essere, grazie alla riconciliazione con l’energia femminile che giace
dentro di essi, e così riportarla all’uno. Questo lò condurrà verso la donna e
il suo femminile, potendo nutrirsi come essenze libere.
L’uomo ha bisogno di comprendere che il suo potere e la sua
manifestazione non sta nelle cose materiali, o intellettive, ma verso la verità
intuitiva che giace dentro di sé e nella profondità della sua essenza.
Ritornando così libero dalla schiavitù dei condizionamenti,
appartenenze ed identificazioni che lo hanno portato a perdersi verso quello
che non è mai stato reale.
Per millenni è stato detto ai figli maschi che un uomo non piange,
questo abuso ha portato l’uomo a manifestare repressione, conducendolo verso un
dolore profondo in ogni sua espressione, pagando questo prezzo anche verso le
emozioni cristallizzate divenuti negli anni memorie. Non potendo così manifestare
neanche lacrime di gioia, vergognandosi per esse.
Sono state fonte di vergogna tutte le forme dell’essere fisico, le più
potenti oltre che rinunciabili, e togli una forma di espressione oggi e toglila
domani si è creata una società strutturata da uomini compressi.
Così in tutto questo arco di tempo, molto lungo direi, individui pieni
di sentimenti come rabbia, ingiustizia e dolore, rimossi dall’infanzia e finiti
a guidare il mondo dell’inconscio con le loro ombre, per condurre tutto verso
l’incomprensione. Fino ad arrivare e affidare la propria essenza, nel controllo
e autorità di quel meccanismo che vuole gestire.
La donna oggi vive in un risveglio femminino, l’uomo può essere
condotto verso il suo potere detto mascolino. Entrambi castrati da quello che
oggi definiremo società patriarcale, avendo subito stereotipi di quello che non
è, confondendo entrambi, vivendo in ruoli non del tutto propri.
L’uomo deve conoscere la sua energia vitale maschile, come momento per
tornare alla consapevolezza e alla crescita individuale del suo essere. Mentre
la donna nella sua ricerca entra in contatto con la sua parte più profonda,
l’uomo è rimasto agli albori della sua parte, puntata solo ai muscoli, proteso
alla carriera, o vivendo con schemi radicati dall’infanzia nell’uomo
conquistatore, proteso verso il bisogno dell’altro anche nella sessualità,
dovendo essere sempre al top in quello che gli hanno attribuito fin da piccoli,
perdendo il senso della propria energia.
Mentre la donna con la sua energia rappresenta la terra, attraverso
l’accoglienza e trasformazione, l’uomo nel suo essere rappresenta l’universo,
attraverso quindi la donna lui si pone come luce profonda che scaturisce la
donna nel suo femminino.
L’energia maschile si potenzia nell’azione invece, potendo
rappresentare quello ce l’universo si accinge a fare ogni volta che si muove e
si espande.
L’energia maschile compie azione, senso di direzione, visibilità,
asserzione, mantenersi focalizzati, attivando processi di creazione.
Se togli ogni maschera che non ti appartiene e vai verso la tua fonte
di liberazione tutto il mondo potrà ascoltare la voce dell’uomo originale
libero.
SEMINARI:
Ogni seminario è un viaggio a sé stante e unico: si può partecipare sia a tutti che singolarmente.